LA COSA PIÙ IMPORTANTE DA SAPERE PER GUARIRE DAGLI ATTACCHI DI PANICO
La cosa più importante da sapere per poter guarire dal disturbo di panico è legata a due informazioni fondamentali che bisogna conoscere per poter avviare il processo di una cura completa e definitiva.
Non appena ambo i segreti verranno svelati agli occhi del lettore potrebbero risultare banali, ma in realtà non lo sono probabilmente perché non ci si è mai fermati a riflettere attentamente su di essi o perché sono stati sottovalutati e snobbati nella loro importanza.
Il primo segreto è che dal panico si può guarire, mentre il secondo è che per un disturbo di panico non si può assolutamente morire.
Nonostante gli anni di convivenza col problema e le numerose ricerche di trattamenti curativi e i tentativi intrapresi, il problema non è inguaribile: tuttavia è proprio in questo momento che vi subentra lo scoraggiamento a causa degli insuccessi e dei fallimenti coi vari percorsi e si va strutturando, purtroppo, la credenza che bisogna conviverci per sempre.
Ma non è realmente così, perché il disturbo di panico appartiene alla famiglia di quelli dell’ansia, che non sono né devono essere trattati come cronici.
Se non si riesce ad uscire dal panico è, in parte, colpa di ciò che il paziente pensa: i trattamenti farmacologici (e non) andati falliti inducono comprensibilmente la persona a sfiduciarsi rispetto alle crisi che puntualmente si ripresentano, arrivando a configurare il disturbo come invincibile.
Questo atteggiamento, purtroppo, non fa altro che bloccare il paziente nel problema, dando importanza alle sue manifestazioni che, così facendo, alimentano le sensazioni di paura.
Per superare il disturbo è necessario innanzitutto cominciare a modificare quelle convinzioni che lo qualificano grande e insuperabile: il primo passo è conoscerlo, comprenderlo e trattarlo nella sua giusta misura.
Il panico è la conseguenza della paura, che però è immotivata: non ci sono luoghi pericolosi in quelli che il paziente vede come tali (la banca, la fila allo sportello, il traffico, ecc…).
Ciò che rende rischioso uno spazio non sono le sue caratteristiche, bensì il meccanismo cognitivo costruito intorno ad esso.
Allo stesso modo, una giornata non può dirsi bella o brutta con valore assoluto per tutti, ma lo è (bella o brutta) soltanto rispetto a quanto ciascuno pensa di essa: non è detto che se dalla finestra si scorge il sole quella sarà una buona giornata, così come non è necessariamente cattiva se invece fuori piove (può essere l’opportunità per dedicarsi alla lettura dinanzi al cammino come si sognava da tempo, ad esempio).
Sulla base di ciò è piuttosto logico comprendere che ogni stato d’animo vissuto dipenda dal segno positivo o negativo dei pensieri posti in essere dalla persona.
Tutto è correlato a ciò che si pensa e si vuol credere a riguardo: se valuto il panico come qualcosa di mostruoso, violento e invalicabile, e se al contempo valuto la sua cura come un continuo tentativo seguito da costante insuccesso trovando in questo la prova dell’inguaribilità del problema, il disturbo di panico si alimenterà e diventerà sempre più padrone.
Perciò bisogna cominciare a cogliere tutti i meccanismi che lo regolano e che, soprattutto, regolano la propria persona al fine di partire a svuotarlo gradualmente.
Si consiglia il seguente video “Attacchi di panico: la cura definitiva” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)
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