IL SEGRETO SULLA TACHICARDIA NEGLI ATTACCHI DI PANICO: PERCHÉ SVELARLO?
Dietro la tachicardia, che è probabilmente il sintomo più insidioso e fastidioso avvertito durante una crisi di panico, c’è un segreto da svelare.
La paura di ogni paziente rispetto al battito cardiaco accelerato è quella di essere vittime di un attacco di cuore, interpretandolo come un campanello di allarme di un’anomalia organica.
Ma l’attacco cardiaco presagito come effetto della tachicardia è semplicemente la conseguenza del percepire sensibili l’aumento di frequenza di battiti del proprio cuore: è una deduzione catastrofica del flusso di pensieri del paziente, che ha paura di morire.
La tecnica che permette di analizzare la sequenza di pensieri posti in atto dalla persona con panico prende il nome di “Laddering” ed è uno degli strumenti fondamentali della psicoterapia cognitivo-comportamentale sul disturbo di panico.
Nel nostro caso, la tachicardia non è indice di un arresto cardiaco (un cuore che batte più velocemente non può essere sintomo di un cuore che sta per fermarsi/arrestarsi nella sua funzione di pompa sanguigna), bensì denota una funzionalità efficiente e fin troppo buona dell’organo pulsante perché risponde alla paura del paziente: ecco svelato il segreto di cui prima.
La tachicardia prima o durante una crisi di panico rappresenta, dunque, l’indice del timore del soggetto rispetto alla possibilità che possa sentirsi male o che gli possa succedere qualcosa di brutto.
Questo fatto vale come legge sicura ed appurata a patto che le consulenze e gli accertamenti presso gli specialisti cardiologi abbiano certificato la sanità organica del cuore, escludendo che il sintomo della tachicardia possa essere correlato ad anomalie cardiache.
Per esemplificare in maniera concreta e bizzarra l’assunto dell’accelerazione del battito come conseguenza della paura, possiamo immaginare di trovarci in una giungla al cospetto di un leone, quando la reazione non può che essere di spavento, pertanto il cuore comincerà a incrementare la sua frequenza a causa del timore che l’animale feroce possa sbranarci o aggredirci con violenza.
Ma la paura in circostanze come queste è un fattore positivo perché predispone la persona all’attacco o alla fuga, in quanto rende palese un pericolo reale o eventuale.
Passando a un altro esempio che viene spesso menzionato dai pazienti in studio, la tachicardia può essere percepita mentre si è bloccati in automobile nel bel mezzo di una situazione di traffico in città o mentre si è nel supermercato a camminare tra gli scaffali col carrello della spesa: a provocarla è la paura di potersi sentire male, cioè di avvertire a breve una crisi di panico, e di essere giudicato negativamente da tutti i presenti alla scena.
L’accelerazione del battito va interpretata bene, ma se si è consapevoli che il sintomo provato, per quanto fastidioso e violento si presenti, non è un presagio d’infarto, è possibile sentirsi meglio ed avvertire meno paura.
La sicurezza di avere un cuore che sia perfettamente funzionante deve rasserenare il paziente di panico e spronarlo a riflettere sull’origine della tachicardia come sintomo della paura verso una situazione particolare e a stabilire se quest’ultima sia o meno realmente pericolosa.
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