I SINTOMI DELL’ANSIA
L’ansia cosiddetta funzionale è un meccanismo assolutamente normale e utile e che, in taluni casi estremi, può anche salvarci la vita. È un meccanismo di allarme protettivo che ci preavvisa l’eventualità di un pericolo reale nell’ambiente rispetto alla situazione presente oppure rispetto a una minaccia futura: lo stato di agitazione, in questo senso, consentirà di preservarci e di ridurre al minimo o di eludere ogni tipo di conseguenza negativa, sostenendo al meglio il fronteggiamento della situazione stessa (ad esempio, l’ansia per un esame è normale: la preoccupazione, infatti, produrrà una maggiore attenzione nello studio e nel conseguimento dello stesso).
Il disturbo d’ansia generalizzata, invece, è uno stato di agitazione costante ed eccessiva rispetto ad una circostanza avvertita come minacciosa, ma realmente priva di pericolo: essa non cesserà con la fine della situazione problematica, ma proseguirà in modo continuo.
Un esempio emblematico è il disturbo di attacchi di panico rispetto alla paura di dover affrontare una situazione o contestualmente al fronteggiamento di una circostanza. La crisi è accompagnata da una serie di sintomi caratteristici, tra cui la tachicardia, la sudorazione, il tremore, la paura di svenire e di perdere il controllo, il senso di irrealtà, il timore di morire. Il disturbo in quanto tale è disfunzionale, motivo per cui si manifesta anche quando si è lontani dalla situazione temuta: la paura, in questo caso, consiste nella preoccupazione di dover o di poter rivivere le manifestazioni fisiche di ansia in modo così intenso come già vissute in passato. Il paziente, dunque, è timoroso di essere nuovamente vittima di una crisi di panico perché, erroneamente, associa una situazione o un luogo alla possibilità di riavvertire suddetti sintomi fisici, dal momento che in un determinato momento del passato l’attacco si è verificato proprio in quella situazione o in quel luogo.
La strategia di autoprotezione che generalmante la vittima di crisi di panico adotta è quella (sbagliata) dell’evitamento della situazione o del luogo per prevenire l’attacco: questo, però, è un errore cognitivo che non fa altro che alimentare il problema, che in certi casi sfocia nell’agorafobia, ovvero il timore ossessivo dei luoghi da cui sarebbe difficile fuggire o ricevere aiuto in caso di pericolo, o nella depressione. L’evitamento, in definitiva, è una restrizione progressiva della possibilità di vivere bene e di fronteggiare le situazioni quotidiane.
La strategia corretta ed elettiva alla risoluzione di questi problemi clinici è la psicoterapia cognitivo-comportamentale
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Si consiglia il seguente video “Sintomi dell’ansia” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)
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