LA CURA DELL’ANSIA
Com’è risaputo, il trattamento elettivo per la cura dell’ansia è quello di psicoterapia cognitivo-comportamentale.
L’ansia con meccanismo normale e utile suole definirsi “ansia funzionale”: la sua funzionalità consiste nella possibilità di adattamento all’ambiente e che, in alcuni casi estremi, permette di salvarci la vita. L’immagine metaforica collegata alla rappresentazione dell’ansia è quella di un campanello d’allarme che suona per preavvisarci qualcosa, talvolta anche di pericoloso e preoccupante: tuttavia, quando questo preavviso eccede oltre la conclusione esatta della situazione pericolosa e preoccupante, quest’ansia sfocia nella sua disfunzionalità.
Chiamasi “ansia disfunzionale”, infatti, quello stato di agitazione costante che preavvisa pericolo anche laddove non ci sia alcunchè da temere. I sintomi fisici, nei casi di ansia funzionale, rappresentano un segnale che induce il soggetto ad apportare determinate condotte di risposta allo stimolo dell’ambiente; nei casi di ansia disfunzionale, al contrario, sono inutili in quanto relativi ad una situazione irreale e immaginata come vera, e inoltre divengono una condizione di sofferenza che va a monopolizzare l’intera giornata di chi ne soffre. Questa situazione problematica produrrà degli effetti indesiderati a livello cognitivo: il paziente, infatti, comincerà ad alimentare frequenza e intensità delle manifestazioni di ansia con i sintomi che ne derivano (tachicardia, sudorazione, tremore, agitazione psico-motoria, ecc..).
La terapia cognitivo-comportamentale va ad affrontare il problema in ambo le sue componenti: quella cognitiva (il pensiero) e quella comportamentale (la condotta). I sintomi fisici che la persona avverte sono la conseguenza diretta dei pensieri che fa, in quanto vanno a rispondere alla prospettiva di una situazione di minaccia. Nel contesto di ansia disfunzionale, invece, le manifestazioni sintomatiche sono frutto di errori di pensiero: tale approccio terapeutico si propone di andare a individuare gli errori cognitivi, ristrutturandoli in maniera corretta, al fine di dare luogo, in modo graduale ma immediato, a degli stati emotivi completamente all’opposto dell’agitazione, della paura e della preoccupazione. E per conseguire ciò, lo psicoterapeuta mette a disposizione del paziente gli strumenti tecnici adeguati e le strategie corrette che gli consentiranno di agire in autonomia nella selezione e nella correzione dei pensieri disfunzionali. L’apprendimento di questi insegnamenti specifici condurranno il soggetto alla graduale, ma completa e definitiva remissione dei sintomi e guarigione del disturbo d’ansia.
Uno dei primi strumenti forniti al paziente nel corso delle sedute di psicoterapia cognitivo-comportamentale è quello fondamentale a comprendere il proprio funzionamento mentale, cognitivo, emotivo e comportamentale, il cosiddetto “Modello ABCD”. Si tratta di una tecnica usata per consapevolizzare il paziente di come i suoi pensieri di interpretazione degli eventi che avvengono in una determinata situazione reale o dei ricordi, scaturiscano le emozioni di base (gioia, sorpresa, paura, tristezza, rabbia, disgusto) che prova. È un modello “ABCD” a quattro colonne congiunte da frecce consequenziali, in cui la colonna di “A” sta ad indicare la situazione (“Che cosa è successo?”), la “B” indica i pensieri (“Che cosa ho pensato?”), la “C” indica i sintomi e le espressioni fisiche, ovvero la reazione emotiva (“Come mi sono sentito?”), la “D” indica la condotta (“Che cosa ho fatto?”). In definitiva, è utile rimarcare il fatto che la reazione emotiva sia una conseguenza diretta dei pensieri del paziente e non di ciò che è successo: il pensiero è il fulcro di tutto ed è alla base della crisi.
CHI SIAMO: Tutti gli Articoli di questo Sito sono curati dal Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale
Si consiglia il seguente video “cura dell’ansia” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)