Come curare l’eiaculazione precoce

COME CURARE L’EIACULAZIONE PRECOCE

Tra le disfunzioni sessuali maschili, l’eiaculazione precoce è una delle forme più diffuse e comuni nella popolazione di uomini (il dato percentuale si aggira attorno al 20-30%, ma può essere anche più elevato) e consiste nell’impossibilità di controllare volontariamente il riflesso eiaculatorio durante un rapporto d’intimità, che si verifica, pertanto, prima che il soggetto interessato lo desideri causando, inoltre, scarso appaggamento anche nella propria donna.

Questo disturbo, che si classifica in eiaculazione primaria (quando la fuoriuscita del liquido seminale si verifica prima di avviare la penetrazione) e in eiaculazione secondaria (quando avviene, invece, pochissimo tempo dopo aver cominciato l’atto penetrativo), non presenta un criterio scientifico oggettivo e attendibile per il quale si possa classificare con esattezza come tale: tuttavia, le ricerche e gli approfondimenti hanno dimostrato che è possibile diagnosticare una forma di “eiaculazione preoce” quando il partner raggiunge l’orgasmo dopo un numero esiguo di spinte coitali (da 5 a 10, anche meno, in un minutaggio compreso tra 1 e 3 minuti, anche meno).

Alla base dell’insorgenza di questo problema possono esserci delle motivazioni di natura diversa: cause organiche o cause psicologiche.

Nella maggior parte dei casi, la disfunzione è ascritta alla seconda tipologia eziologica, tuttavia, è opportuno ricorrere a degli esami medici presso specialisti con cui scongiurare con certezza la possibilità che il problema sia fisico.

Esiste, infatti, una serie di fattori che va ad incidere sull’origine di questo disturbo, come ad esempio: l’ipersensibilità del glande, i processi d’infiammazione nella prostata (prostatite), nella vescica (vescicolite) e nell’uretra (uretrite), i livelli scorretti di ormoni o neurotrasmettitori, l’ipertiroidismo, l’attività riflessa anormale nel sistema eiaculatorio, la genetica e l’ereditarietà, l’abuso di alcol e droghe, le complicazioni chirurgiche o i traumi, la sclerosi multipla e i tumori midollari.

Lo specialista, in caso di compresenza di altri disturbi che intaccano la funzionalità eiaculatoria, fornirà la corretta terapia da seguire.

Per quanto concerne, invece, la natura psicogena del disturbo, essa è molto più frequente, dal momento che è correlata a contingenze con cui l’uomo è solito confrontarsi: la scorretta abitudine masturbatoria in adolescenza che ha avuto ripercussioni psicofisiologiche in età più matura, i sensi di colpa e i cattivi pensieri, i condizionamenti dovuti a particolari credenze sessuali in famiglia, l’educazione familiare, le esperienze traumatiche come l’abuso sessuale, l’ansia da prestazione, i problemi relazionali di coppia, lo stress e l’affaticamento fisico.

Pertanto, appurata la matrice psicologica dell’eiaculazione precoce, è possibile proseguire con dei trattamenti di cura specifici: l’approccio psico-farmacologico e quello di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Descriviamoli:

  • Trattamento psico-farmacologico: l’efficacia di questo approccio è evidente nel fronteggiamento del problema, tuttavia, è bene precisarlo, non assicura una remissione definitiva del problema, motivo per cui i farmaci vanno somministrati a tempo indeterminato oppure occasionalmente prima del rapporto sessuale.

Questo tipo trattamento si basa su due classi di medicinali che consentono di ritardare il riflesso eiaculatorio: facciamo riferimento ai bloccanti alfa-adrenergici e agli antidepressivi serotoninergici. Non sono farmaci specifici per la cura dell’eiaculazione precoce, tuttavia, in virtù delle sostanze che li costituiscono, producono l’effetto collaterale di rendere meno sensibile la zona genitale a tal punto da posticipare il raggiungimento dell’amplesso.

L’approccio farmacologico, dunque, prevede da un lato l’utilizzo di anestetici locali (ad esempio spray applicati sulla zona genitale a base di lidocaina e prilocaina che, assorbiti dopo diversi minuti, producono l’effetto anestetico posticipando l’eiaculazione), dall’altro i farmaci che operano a livello centrale come gli SSRI (Inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina) tra cui la dapoxetina e la paroxetina, la clomipramina e la sulpiride (antidepressivi) e gli inibitori PDE5, come il sildenafil. Questa seconda classe di medicinali ritarda l’orgasmo dell’uomo durante la performance per un tempo pari a 6-20 volte in più anche dopo una sola assunzione, e può crescere ulteriormente con una somministrazione più costante.

Il farmaco, però, non estromette, ma tampona la sintomatologia, producendo dei buoni risultati in termini di durata sessuale. Tuttavia, non interviene in nessun modo sulla causa reale della disfunzione, ovvero i pensieri del paziente: per questo motivo, infatti, si tende sempre ad associare a questo tipo di approccio, quello di psicoterapia cognitivo-comportamentale, grazie alla quale il soggetto giungerà gradualmente a ridurre il dosaggio e poi a sospendere l’uso del farmaco, acquisendo al contempo una migliore autostima e un più sicuro controllo di sé.

  • Trattamento di psicoterapia cognitivo-comportamentale: è l’approccio alternativo, generalmente usato in combinazione, ma elettivo per la cura della patologia eiaculatoria. Appurata, attraverso gli approfondimenti clinici, l’origine psicogena del disturbo, occorrerà intervenire sulla psiche del paziente: come si può rilevare dalla sua denominazione scientifica, questa strategia interviene in parallelo sui pensieri e sulle condotte del soggetto che ne è vittima.

Lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale insegna al paziente a riconoscere, identificare, selezionare e correggere quegli inganni mentali che gli provocano ansia, agitazione ed emozioni negative, le quali sono le cause scatenanti della cattiva funzionalità eiaculatoria.

Differisce dalla terapia farmacologica per il fatto di non agire direttamente sul sintomo fisico, che è in realtà una conseguenza, ma perché interviene sulla causa primaria da cui scaturiscono le manifestazioni del disturbo, ovvero sui pensieri da cui il soggetto appare stressato e per cui non è in grado di attuare una giusta propensione alla sessualità.

Lo specialista, una volta ascoltata, analizzata e compresa l’esperienza personale del paziente, lo indirizzerà ad analizzare e ad autoanalizzarsi relativamente ai meccanismi mentali che lo turbano e lo accompagnano con emotività agitata all’appuntamento col rapporto intimo con la propria partner.

Le tecniche e gli strumenti, che gli saranno resi dapprima sottoforma teorica e successivamente in applicazione pratica, consentiranno di proseguire in una correzione e una ristrutturazione positiva degli stati psichici disfunzionali e distorti prodotti fino ad allora.

Si tratta di errori di pensiero: se ci interrogassimo, infatti, in quanti modi la mente umana può sbagliare, saremmo tentati di rispondere in infiniti modi a seconda delle circostanze. In realtà la mente può sbagliare in dodici modi diversi perché altrettante sono le categorie d’errore: pensiero dicotomico, ipergeneralizzazione, astrazione selettiva, squalificazione del lato positivo, lettura del pensiero, riferimento al destino, catastrofizzazione, minimizzazione, ragionamento emotivo, doverizzazione, etichettamento, personalizzazione.

Ma identificando la disfunzionalità di eiaculazione precoce con l’ansia da prestazione sessuale che il paziente avverte in forma anticipatoria o in forma più imminente all’appuntamento d’intimità con la partner, è opportuno rilevare la descrizione approfondita dei quattro errori cognitivi più diffusi. Si tratta di:

  1. Ipergeneralizzazione: uno specifico evento è visto come essere caratteristica di vita in generale piuttosto che come essere un evento fra tanti: è fare di tutta l’erba un fascio. Il paziente potrebbe pensare: “Sono venuto precocemente una volta, perciò sarà sempre così”. Un inganno mentale che induce il soggetto, oltre che a scoraggiarsi e ad autosqualificarsi, a evitare la situazione per timore di incappare in una nuova defaillance.
  2. Ragionamento emotivo: considerare le reazioni emotive come reazioni strettamente attendibili della situazione reale. Ad esempio, decidere che siccome ci si sente sfiduciati, la situazione è senza speranza. Il paziente potrebbe pensare: “Dato che mi sento così intimidito/spaventato/triste/ansioso, allora anche questa volta avrò un riflesso eiaculatorio precoce”. Lo stato emotivo è assunto come prova del proprio futuro insuccesso: ragionando così, il fallimento sarà purtroppo inevitabile.
  3. Riferimento al destino: l’individuo reagisce come se le proprie aspettative negative sugli eventi futuri siano fatti stabiliti, ovvero sa già che succederà una certa cosa o che una certa cosa andrà male. Può sembrare banale e scontato precisare che l’uomo non ha, tra le sue innumerevoli capacità, la dote della preveggenza. Il paziente potrebbe pensare: “Ormai sarà sempre così: lo so già che verrò subito/che la mia eiaculazione sarà sempre precoce”. Questa immaginazione provocherà tristezza nel soggetto, che automaticamente non sarà in grado di eccitarsi adeguatamente e di vivere sereno un incontro intimo, incappando poi in una profezia che si autoavvera: cioè, se pensa di venire subito, la sua eiaculazione avverrà dopo poche spinte coitali o addirittura prima della penetrazione.
  4. Catastrofizzazione: gli eventi negativi che possono capitare sono trattati come intollerabili catastrofi piuttosto che essere visti nella giusta prospettiva. Il paziente, in questo contesto, potrebbe generare pensieri del tipo: “È gravissimo non riuscire a soddifare una donna a causa di un’eiaculazione precoce”. Sicuramente è una sensazione spiacevole, ma non è assolutamente ciò che di più grave possa accadere nella vita, anche perché è perfettamente risolvibile.

Per evitare di incappare in queste categorie d’errore di pensiero occorre attuare una ritrutturazione cognitiva, ovvero è necessario comprendere e identificare gli assurdi logici con cui la mente umana può sbagliare e correggerli con nuovi meccanismi cognitivi di natura opposta, positiva e ottimistica.

Lo psicoterapeuta, a tal fine, presenterà al paziente due strumenti tecnici di fondamentale efficacia nel processo di guarigione dell’ansia da prestazione e, di riflesso, dell’eiaculazione precoce: il “Modello ABCD” e il “Laddering”.

Il primo è usato per consapevolizzare il soggetto di come i suoi pensieri di interpretazione degli eventi che avvengono in una determinata situazione reale o dei ricordi, scaturiscano le emozioni di base (gioia, sorpresa, paura, tristezza, rabbia, disgusto) che prova. È un modello “ABCD” a quattro colonne congiunte da frecce consequenziali, in cui la colonna di “A” sta ad indicare la situazione (“Che cosa è successo?”), la “B” indica i pensieri (“Che cosa ho pensato?”), la “C” indica i sintomi e le espressioni fisiche, ovvero la reazione emotiva (“Come mi sono sentito?”), la “D” indica la condotta (“Che cosa ho fatto?”).

Il secondo consente di analizzare e di riconoscere il flusso di pensieri che la mente pone in essere (lavora sul “B” del Modello ABCD). Secondo alcuni studi scientifici ogni uomo compie quotidianamente circa 60mila pensieri, dei quali riesce a riconoscerne solo una minima parte (mille, duemila al massimo). Il laddering permette di ricostruire il legame esistente tra un pensiero e l’altro, da cui scaturisce la concatenazione di pensieri. I pensieri si legano tra loro innanzitutto per associazione: la mente ricava le informazioni dalla propria memoria a breve/lungo termine associandole alle informazioni contemporanee, producendo il pensiero successivo e così via. Il paziente vittima di eiaculazione precoce si sente in un attimo travolto da migliaia di pensieri che non riesce a bloccare e gli provocano un ventaglio di emozioni violente e veloci che non è in grado di comprendere, scaturendo determinate risposte angosciose e scoraggianti, nonché autosqualificanti.

L’apprendimento di determinate tecniche e strategie di fronteggiamento degli errori cognitivi, i consigli e le nozioni dello psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e, soprattutto, la costanza e la caparbietà del paziente consentiranno, a quest’ultimo, di conseguire la cura reale del disturbo, ovvero una remissione completa e definitiva dell’eiaculazione precoce, partendo dalla consapevolezza che cambiando i pensieri, muteranno le emozioni avvertite e, di riflesso, l’incontro sessuale ritornerà ad essere il momento naturale più bello e piacevole per la coppia, anche in termini di durata.

Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

 

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