Ansia da prestazione: sintomi cause e cura

ANSIA DA PRESTAZIONE: SINTOMI, CAUSE E CURA

In questo approfondimento ci dedicheremo all’analisi dell’ansia da prestazione sessuale: dalla sintomatologia alle cause del disturbo, ponendo una lente d’ingrandimento sulle possibilità di intervento curativo.

Si tratta di un disturbo molto diffuso che può insorgere a qualsiasi età, sia giovanile (in cui il paziente non ha esperienze sessuali) sia avanzata (dopo un periodo anche lungo di attività sessuale normale).

I sintomi sono molto chiari e riguardano l’erezione; si può parlare di:

  1. Mancanza assoluta di erezione nella circostanza esclusiva in cui la persona si ritrova a dover avere una performance intima con la partner (mentre quand’è da solo non ha problemi praticando la masturbazione o verificando le erezioni spontanee notturne o al mattino);
  2. Perdita improvvisa e calo del vigore sessuale dell’erezione poco prima della penetrazione.

L’altra sintomatologia presente concerne l’eiaculazione, tant’è che il paziente con difficoltà eiaculatorie può sperimentare l’ansia da prestazione che si manifesta in due modi:

  1. L’eiaculazione precoce, cioè troppo veloce rispetto ai tempi desiderati per consumare un rapporto sessuale soddisfacente, che causa disagio per un’interruzione forzata dell’atto sessuale prima che i due partner fossero appagati dell’atto stesso;
  2. L’eiaculazione retrograda, cioè quella che si riesce a raggiungere dopo tempi molto lunghi di attività sessuale, copulazione e penetrazione o che, addirittura, non si riesce a raggiungere mai durante la performance, se non a posteriori mediante stimolazione manuale, che sia masturbazione autonoma o operata dalla partner.

Per quanto riguarda le cause, sono da rilevare a livello cognitivo, ossia nei pensieri del paziente che hanno un’attinenza assoluta e diretta con le emozioni e, di conseguenza, con l’espressione fisica di piacere (erezione) e di raggiungimento dell’orgasmo (eiaculazione).

Sono i pensieri a determinare queste difficoltà generando la sintomatologia: il paziente si approccia al rapporto sovrastato dalla tensione e dalla preoccupazione relativa al fatto di avere una performance soddisfacente, di riuscire a produrre o mantenere un’erezione, di non eiaculare precocemente o di non raggiungere l’orgasmo.

Rispetto all’eccitazione i pensieri che una persona fa sono fondamentali, così come imprescindibile è l’eccitazione per conseguire l’erezione e l’orgasmo.

Il paziente che, invece, piuttosto che essere orientato alla scena sessuale e al godimento della situazione stessa, è focalizzato sulla propria erezione o sulla qualità del rapporto che sta conducendo non fa altro che alimentare la tensione e la possibilità di incappare in una delle quattro facce della sintomatologia dell’ansia da prestazione.

Le possibilità di intervento che proponiamo in questo articolo non sono naturalmente farmacologiche in quanto stiamo riferendo il disturbo a qualcosa di psicologico e non di fisico.

A tal proposito, la cartina di tornasole o la prova del  nove che dir si voglia, è data dal fatto che se il paziente avesse una disfunzione erettile organica, il problema si presenterebbe anche quand’è da solo in situazioni di autoerotismo, e in questo caso il farmaco sarebbe necessario.

Ma se, invece, quand’è in solitaria o comunque in circostanze che non richiedono la performance sessuale l’erezione è prodotto e mantenuta regolarmente, il problema è sicuramente legato all’aspetto psicologico, pertanto il percorso curativo da adottare è la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Questo è il trattamento elettivo e più mirato a cambiare gli schemi cognitivi sbagliati e di ragionamento del paziente, al fine di indurlo a una condizione adattiva e a un ragionamento funzionale durante l’atto.

Gli errori cognitivi sono dei pensieri disfunzionali automatici che il paziente costruisce meccanicamente, spesso anche a livello inconscio.

In casi come questi il problema non è dunque il sintomo perché esso è una conseguenza dei pensieri errati del paziente, provocando emozioni di paura e tristezza: timore di perdere l’erezione e di essere giudicato male dalla partner; mestizia rispetto all’immaginare questi scenari.

Perciò la persona durante la performance non si focalizza sulla scena, ma su queste dinamiche, anticipando a se stesso quello che sarà il destino fallimentare di quel rapporto intimo (ansia anticipatoria) e ritrovandosi a vivere stati emotivi negativi.

Ovviamente poi le emozioni si configurano a livello sintomatico: la paura diventa erezione mancata o perduta, oppure eiaculazione precoce o impossibile da ottenere.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è lo strumento che consente di riconoscere quei pensieri disfunzionali consci o subconsci e, attraverso strategie e tecniche ben definite, di correggerli.

 

Si consiglia il seguente video “Ansia da prestazione: sintomi cause e cura” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

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