ANSIA DA PRESTAZIONE: COS’È E COME SI CURA? COME COMBATTERE E SUPERARE L’ANSIA DA PRESTAZIONE?
È possibile una cura per l’ansia da prestazione sessuale? Assolutamente sì.
In molti casi ci si accorge che la terapia farmacologica non funziona. Generalmente essa si basa sulla somministrazione dei comunissimi Cialis, Viagra e Levitra: si tratta di vasodilatatori che esercitano un’azione di rilassamento nei confronti dei muscoli dei vasi sanguigni comportando la conseguente dilatazione degli stessi.
La necessarietà del loro utilizzo nei pazienti con problemi di disfunzione erettile dipende dalle cause del problema stesso: cioè, se di natura fisica o se di matrice psicogena. Essi sono efficaci in quei soggetti la cui disfunzionalità è conseguenza di un problema organico: ossia quando vi è una causa fisica all’origine della mancanza, della debolezza o dell’incompletezza del disturbo.
Tuttavia, la clinica dimostra che non sempre l’ausilio del farmaco è utile in quanto le cause che generano la disfunzione, cioè la mancanza di erezione, sono assolutamente psicologiche. I pazienti che si presentano in studio raccontano di aver già vissuto una crisi erettile d’esordio o in più di un’occasione, che l’ha spinti ad approdare, con belle speranze per la risoluzione del problema, alla somministrazione dei suddetti farmaci vasodilatatori. Al contempo, essi sottolineano il fatto che questi medicinali, però, o hanno avuto dei risvolti più o meno positivi nell’immediato primo periodo di assunzione o, addirittura e più spesso, non hanno apportato alcun effetto benefico al disturbo. Questi farmaci, infatti, seppur potenti, non possono intervenire sulla psicologia della mente umana alleviando l’ansia e mutando i pensieri distorti che hanno ingenerato lo stato d’agitazione. Quei casi in cui il medicinale abbia aiutato il paziente nelle sue prime assunzioni si spiegano col fatto che la persona si sia approssimata all’incontro sessuale con dei pensieri leggermente differenti e con meno incertezza, puntando di avere con sé il jolly vincente, il farmaco appunto: in altre parole, il pensiero di fallire era supportato e controbilanciato dalla possibilità del farmaco potente. Ma come detto, si tratta di una situazione puramente momentanea, perché la ristrutturazione completa degli schemi cognitivi presenta un’altra soluzione, ovvero un trattamento di approccio psicologico.
La cura migliore per guarire l’ansia da prestazione sessuale è la psicoterapia cognitivo-comportamentale che vada a modificare e a ristrutturare quelli che sono i pensieri alla base delle difficoltà erettive del paziente. Bisogna comprendere i legami intrinseci e diretti che intercorrono tra mente e corpo: un soggetto che ha edificato pensieri di inadeguatezza e ha costruito un riferimento al destino, come l’impossibilità di riuscire ad avere un rapporto per propria incapacità. Sono dunque i meccanismi cognitivi a innescare determinate risposte fisiche, come appunto l’erezione: in una situazione di allarme e di agitazione, non è fisiologicamente possibile avere una risposta fisica ed emotiva adeguata.
L’ansia da prestazione sessuale induce a vivere o a immaginare la situazione sessuale come una circostanza di pericolo, anziché di piacere e di godimento: questo è un fatto che, come dimostrano i racconti dei pazienti a seduta, accade anche in coppie consolidate e che fino a quel punto hanno condotto una vita sessuale soddisfacente e serena. La persona che si ritrova a vivere improvvisamente questa situazione differente rispetto al passato benessere, generalmente tende ad additare il fisico quale causa del problema, rivolgendosi a specialisti come l’urologo o l’andrologo, i quali sovente prescrivono la somministrazione di vasodilatatori, talvolta associata ad ansiolitici: la conseguenza piuttosto naturale è che, in molti casi, il paziente non sia riuscito comunque ad avere l’erezione perché sedato dallo psicofarmaco. Tuttavia, fino a quando i pensieri del paziente resteranno gli stessi, anche le conseguenze saranno le medesime.
Il legame tra psiche e corpo è profondo: per avere un’erezione è indispensabile eccitarsi, tranne in quei casi in cui essa è spontanea (di notte o al risveglio), dove la logica è diversa.
Come un’erezione che si riesce ad ottenere immediatamente prima dell’attività penetrativa nasce dai pensieri che il paziente fa, così anche la mancata produzione erettile sorge dai pensieri disfunzionali posti in essere dal soggetto circa l’autosvalutazione e l’incapacità in riferimento a ciò che accadrà e ai giudizi negativi che la partner avrà sul suo conto. Si tratta ovviamente di distorsioni cognitive, ovvero credenze e valutazioni sbagliate che porteranno ad uno stato di attivazione psicosomatica e di agitazione psicomotoria che renderanno impossibile l’erezione e il rapporto sessuale.
Lo strumento più potente per comprendere queste cause e il legame tra cause ed effetto, e per apprendere delle strategie e delle tecniche di cambiamento e di cura reale è il trattamento di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Esso si configura come uno studio del meccanismo mentale: il paziente, di fatto, durante le sedute studia e impara come funziona la mente umana quando ci si approccia ad una situazione che sfocerà in un rapporto sessuale. Si va ad analizzare il pensiero che il soggetto si genera relativamente all’incontro intimo con la partner, anticipandolo e cominciando a eccitarsi perché immagina la situazione come piacevole, vede sé come capace e la propria donna come partecipe appagata. Se tale pensiero anticipatorio non avviene, l’atto sessuale non sarà soddisfacente e con altissima probabilità non si produrrà neppure l’erezione.
L’apprendimento teorico e pratico delle tecniche utili e adeguate alla risoluzione del problema consentiranno di modificare gli schemi mentali e, per effetto diretto, lo stato emotivo avvertito. Queste strategie implicheranno la ristrutturazione e la correzione oggettiva (e non illusoria) degli errori cognitivi posti in essere fino a quel momento: tutto ciò arreccherà benefici significativi sulle emozioni del paziente e, di conseguenza, sulla riacquisizione di una funzionalità erettile corretta e di un’azione penetrativa soddisfacente e piacevole per entrambi gli amanti.
La psicoterapia guiderà il soggetto a resettare determinate credenze e valutazioni catastrofizzanti rispetto alla sfera sessuale che, in numerosi casi, l’hanno indotto ad autoproteggersi evitando di fronteggiare il “pericolo” di ritrovarsi coinvolto in un incontro intimo con una donna.
Fino a qualche decennio fa, il paziente con problemi di disfunzione erettile o di ansia da prestazione sessuale suoleva definirsi “impotente”, ma fortunatamente il termine è divenuto obsoleto oggigiorno. Il soggetto che si autoetichetta come tale non fa altro che alimentare e confermare una certa visione di sé che, per forza di cose, lo porterà ad essere realmente incapace. Cioè che in primis si suggerisce, dunque, è uno studio dei modelli di pensiero che il paziente ha rispetto alla sfera sessuale, quali sono quei meccanismi e quei flussi di pensiero che si innescano inesorabilmente. Da qui poi si procede ad imparare ad usare nel concreto gli strumenti che aiuteranno a bloccarli sostituendoli con schemi cognitivi funzionali e positivi da cui potrà scaturire un rapporto sessuale adeguato al desiderio e alle aspettative migliori.
Il disturbo d’ansia da prestazione sessuale si può risolvere in breve tempo: è fondamentale intraprendere un percorso psicoterapico mirato. L’incontro sessuale è un’espressione d’amore, sarebbe un peccato rimandare la possibilità di riscoprirlo un momento piacevole e complice per continuare a fuggire e a nascondersi dalla situazione più bella e intima che una vita di coppia possa vivere. Bisogna smettere quanto prima di avere paura e di cominciare ad agire e a cambiare.
Articolo a cura: Dott. Pierpaolo Casto – Psicologo e Psicoterapeuta – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Si consiglia il seguente video “Ansia da prestazione: sintomi cause e cura” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)
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